Cos’è l’INCI

Il sistema INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) nacque intorno al 1970 in America. Lo scopo era quello di uniformare e rendere riconoscibili, a livello internazionale, gli ingredienti cosmetici, creando una nomenclatura univoca e condivisa.

In realtà, però, questa trasparenza è una conquista relativamente recente dato che, soltanto dal 1997, c’è l’obbligo anche in Europa di pubblicare gli INCI dei prodotti cosmetici.

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Precisazioni

L’attribuzione di un nome INCI ad un ingrediente cosmetico non implica che venga definito uno standard o un grado di purezza.

Per esempio, di solito, tra i primi ingredienti troviamo sempre l’acqua, ma non sappiamo che tipo di acqua sia (demineralizzata, osmotizzata, acqua sorgiva, ecc).

È solo una convenzione su che nome dare ad una determinata sostanza.

Interpretazione dell’INCI

I vari ingredienti si differenziano perché:

  • se sono scritti in latino, sono ingredienti di origine vegetale (è infatti riportato il loro nome botanico), la cui parte utilizzata viene espressa in inglese (oil, extract, juice, ecc)
  • quando sono scritti in inglese, sono sostanze che hanno subito una trasformazione chimica (ciò non implica che siano necessariamente ingredienti poco validi)
  • nel caso in cui siano coloranti, sono scritti sempre con la sigla CI (che sta per colour index), seguita da un numero identificativo.

Imparare a leggere gli INCI ci aiuta a diventare consumatori responsabili, sia per la nostra salute che per l’ambiente.

Sono elencati in ordine decrescente i componenti del prodotto in base alla loro quantità (da quelli contenuti maggiormente a quelli la cui presenza è davvero minima).

In questo modo, è possibile evitare tutte quelle sostanze chimiche regolarmente e abbondantemente utilizzate nei prodotti di uso quotidiano.

Questi possono provocare gravi danni per la salute del nostro organismo e del nostro pianeta.

La prima sostanza indicata, come scritto in precedenza, è quella in percentuale maggiore.

Bisogna, però, porre particolare attenzione al fatto che i componenti presenti in quantità minore dell’1% possono essere inseriti in ordine sparso (senza seguire la percentuale presente), a seconda delle politiche di marketing del produttore, che può privilegiare un aspetto piuttosto che un altro.

Il Biodizionario

Per destreggiarsi tra gli ingredienti, è possibile affidarsi al Biodizionario.

È uno strumento utile ma pur sempre parziale, perché, tramite un codice semaforico, valuta le sostanze principalmente dal punto di vista dell’impatto ambientale (biodegradabilità, potere inquinante, ecc).

Tiene conto soprattutto di dannosità e sinteticità.

Conclusioni

Infine, ricordiamoci sempre che un prodotto deve essere valutato nel suo complesso. Bisogna guardare la formulazione nel suo insieme (per esempio, un tensioattivo può essere considerato aggressivo.

Ma se ben bilanciato nella formula e ben mitigato da altre sostanze presenti nell’INCI, il prodotto finale sarà comunque delicato).

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