Stop ai test sugli animali – Cruelty free

Il discorso riguardante i test sugli animali e il Cruelty Free è molto vasto e poco chiaro.

Vai a: Fatta la legge……Trovato l’ingannoIl simbolo in etichettaNel mondoConclusioni

Fatta la legge…

Con il Regolamento 1223/2009 e l’entrata in vigore l’11 luglio 2013 dell’apposita normativa, né gli ingredienti cosmetici né i prodotti cosmetici finiti venduti in Europa possono essere testati sugli animali.

Le aziende produttrici non possono nemmeno effettuare questi test fuori dall’UE e poi pensare di commercializzare il prodotto in Europa.

Formalmente, quindi, tutti i cosmetici europei, non solo quelli ecobio, sono Cruelty Free.

…Trovato l’inganno

Il divieto però non è retroattivo, non vale quindi per tutte quelle materie prime che sono state sottoposte ai test prima del 2009. In altre parole, se un’azienda produttrice dichiara di non aver condotto sperimentazioni animali per testare quella sostanza significa che per certificare la sicurezza di quell’ingrediente ha usato i dati che un altro fabbricante ha già ottenuto tramite sperimentazione.

Inoltre, non vale nemmeno per quelle sostanze che, oltre all’ambito cosmetico, servono per produrre altre tipologie di prodotti (come, per esempio, i detersivi o i medicinali).

Il simbolo in etichetta

Logo stop ai test sugli animali

In pratica, quindi, per poter scrivere “non testato su animali”, è necessario che né il fabbricante né i fornitori “abbiano effettuato o commissionato sperimentazioni animali sul prodotto cosmetico finito, sul suo prototipo, né su alcun suo ingrediente, che non abbiano usato ingredienti sottoposti da terzi a sperimentazioni animali al fine di ottenere nuovi prodotti cosmetici.” (art. 20).

Solo chi non ha MAI testato alcunché potrà vantare questo claim.

È ovvio che si parla quasi di utopia, quindi non ha senso scrivere in etichetta che il prodotto cosmetico non è testato sugli animali.

Tutta la cosmesi in Europa, infatti, è Cruelty Free.

La certificazione con il coniglietto che si trova nelle confezioni fa capo alla LAV (Lega anti vivisezione), che promuove lo Standard internazionale “Stop ai test sugli animali”.

Quest’ultimo prevede tre punti:

  • Non effettuare (direttamente o commissionandoli a terzi) test su animali
  • Monitorare i propri fornitori e produttori perché si attengano all’impegno di non testare su animali le materie prime cosmetiche dopo la data fissata nella sottoscrizione allo standard
  • Non utilizzare ingredienti provenienti dall’uccisione di animali.

Se i primi due punti sono garantiti per legge, il terzo invece riguarda l’origine delle materie prime utilizzate.

In tutto il mondo, comunque, si sta cercando di vietare i test sugli animali per gli ingredienti cosmetici: l’uniformità normativa tra i diversi paesi favorirebbe il libero commercio dei prodotti, andando incontro alle esigenze del commercio, ma anche al benessere degli animali.

Nel mondo

L’obiettivo della Commissione Ambiente del Parlamento dell’Unione Europea è quello di mettere al bando in tutto il mondo gli esperimenti sugli animali in cosmetica entro il 2023.

Si sta cercando di avviare un’azione diplomatica per fare pressione all’Onu, affinché anche gli altri paesi del globo, che ancora usano gli animali per testare i propri cosmetici, rinuncino in favore di test alternativi (come quelli in vitro).

Conclusioni

Tornando alle certificazioni: se vedete il logo col coniglietto su un prodotto, vuol dire che quell’azienda non effettua o commissiona test sugli animali per vendere i propri cosmetici, non solo nel mercato europeo (come è già stabilito dalla legge), ma anche sui mercati extraeuropei.

In sintesi, quindi, la certificazione non distingue il cosmetico Cruelty Free da quello che non lo è. Trovare il simbolo sulla confezione vi fa capire che quell’azienda ha adottato una determinata politica anche nei mercati extraeuropei, e si impegna affinché lo “Stop ai test sugli animali” diventi un impegno a livello globale.

Fonti

Salute.gov

Etichetta critica

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